HSV tipo 1/2 (herpes simplex virus)

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Descrizione

HSV 1 e 2, come il varicella-zoster-virus (VZV), sono classificati nella sottofamiglia degli alfa-Herpesvirus. Caratteristiche rilevanti sono un breve ciclo replicativo, produzione di un’infezione litica in coltura cellulare e avvio di una latenza nei gangli sensoriali con conseguenti possibili riattivazioni. Il virus infatti si serve delle cellule epiteliali come sito d’ingresso, in tali cellule replica e raggiunge le terminazioni nervose, nelle quali instaura la latenza.
Manifestazione classica di una infezione primaria da HSV-1 è una gengivostomatite con linfoadenopatia sottomandibolare. Altre manifestazioni cliniche sono congiuntiviti, cheratiti e paterecci. La manifestazione più grave è sicuramente l’encefalite con una precentuale di mortalità molto alta (Pascal J, et al., Int J Obstet Anesth. 2012).
La presentazione classica di un’infezione da HSV-2 è l’herpes ano-genitale. Raramente anche HSV-1 può infettare queste regioni anatomiche, seppur con assenza di riattivazioni. L’infezione in circa il 50% dei casi può essere asintomatica. Il paziente può toccare una lesione essudante e trasmettersi il contagio in una sede mucocutanea diversa.
La conseguenza più grave dell’herpes genitale è l’herpes neonatale, risultante dall’esposizione del nascituro con il virus secreto nella vagina della madre durante il parto. La trasmissione madre figlio è rara nel caso in cui la madre abbia una riattivazione, mentre è molto più alta, anche 50%, se la madre è soggetta a un’infezione primaria. Le complicanze per il neonato possono essere infezioni della pelle, degli occhi, delle mucose o del sistema nervoso centrale, ma anche un’infezione generalizzata con una mortalità molto alta se non trattata (Gantt and Muller. Clin Dev Immunol. 2013).
La prevalenza dell’infezione da HSV-1 aumenta gradualmente cominciando nell’infanzia fino a raggiungere 70-80% negli adulti. Per l’HSV-2, la prevalenza è maggiore nelle donne che negli uomini: l’infezione comincia nell’adolescenza (20-40%), arrivando ad una prevalenza massima dell’80% in adulti di popolazioni con scarse condizioni socio-economiche (Chayavichitsil P, et al., Pediatr Rev. 2009).
Un’immunità preesistente per HSV-1 non protegge contro un’infezione da HSV-2, ma le manifestazioni cliniche sono però molto più lievi o asintomatiche.
Circa il 70% delle persone con infezione da HIV sono HSV-2 sieropositive, e il 95% sono sieropositive per HSV-1 o HSV-2 (http://aidsinfo.nih.gov/).
Finora, le strategie vaccinali hanno dimostrato una notevole efficacia nelle fasi precliniche ma purtroppo, e nonostante numerosi tentativi, un vaccino anti-HSV non è ancora disponibile (Chung and Sen. Rev Med Virol. 2012).