La malaria è un’infezione potenzialmente letale causata principalmente da parassiti (Plasmodium falciparum e Plasmodium vivax) e trasmessa attraverso la puntura di zanzare anopheles infette. Globalmente, dei circa 3,4 miliardi di persone che sono esposte ogni anno, 1,2 miliardi sono ad alto rischio; nel 2012 più di 625.000 persone sono morte, la maggior parte bambini africani sotto i cinque anni [http://www.who.int]. La lotta alla zanzare anopheles è iniziata durante la costruzione del canale di Panama, con una importante campagna basata sull’uso del DDT portata avanti dall’OMS tra il 1950 e 1960, ma poi abbandonata nel 1969 senza aver raggiunto alcun risultato. Da allora si è puntato tutto sul trattamento, trascurando la prevenzione.
Sono stati recentemente pubblicati dalla rivista scientifica internazionale New England Journal of Medicine i risultati di studi clinici che dimostrano come la cipargamina, un nuovo e potente candidato farmaco antimalarico sviluppato da Novartis, abbia liberato rapidamente dai parassiti i pazienti infetti da P. falciparium e P.vivax (nello stadio della malattia con assenza di sintomi gravi e altamente pericolosi per la vita). Questo nuovo farmaco appartiene a una nuova classe di molecole antimalariche, che agiscono sulla patologia in modo diverso rispetto alle terapie attualmente disponibili. Dato che risulta anche efficace contro le forme del parassita nella fase sessuale, la cipargamina ha il potenziale per prevenire la trasmissione della patologia [White NJ, et al., N Engl J Med. 2014; 371:403-10].
“Questo farmaco potrebbe rappresentare una svolta nella lotta alla malaria”, ha dichiarato Thierry Diagana, direttore del Novartis Institute for Tropical Diseases (NITD), Istituto che ha il fine di individuare nuovi trattamenti e sistemi di prevenzione contro le principali malattie tropicali.
Non esistono vaccini contro le malattie parassitarie nell’uomo, ed in particolare contro la malaria: visti questi nuovi risultati c’è da essere ottimisti.