La nutrigenetica: ma a cosa serve?
Tutti noi conosciamo persone che sembrano non ingrassare mai pur mangiando a volontà qualunque tipo di cibo, ma esistono anche individui meno “fortunati” che, invece, aumentano di peso con estrema facilità. Queste differenze sono ascrivibili – almeno in parte – al nostro DNA, con le piccole variazioni genetiche che ci distinguono l’uno dall’altro. Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante nello studio dei nostri geni e ora sappiamo molto su come questi interagiscono con la nostra alimentazione e il nostro stile di vita. In particolare, è ormai chiaro che la genetica influenza direttamente l’aumento o la perdita di peso, determinando di fatto il successo a lungo termine di qualsiasi dieta dimagrante.
Il controllo del peso corporeo, ovviamente, non dipende solo dal DNA: molti altri fattori di natura ambientale e psicologica intervengono nella battaglia contro il grasso in eccesso. Tuttavia, è ormai assodato che la genetica gioca un ruolo chiave in questa battaglia, e la ricerca scientifica continua a dimostrarlo con nuove evidenze sempre più convincenti.
Perché la stessa dieta su una persona ha effetto e su un’altra no?
Perché ognuno di noi ha un profilo genetico unico, che ci rende diversi almeno sotto tre aspetti:
- Sensibilità verso i carboidrati raffinati: maggiore è la sensibilità, maggiori possono essere glicemia e accumulo di grassi;
- Sensibilità verso i grassi saturi: maggiore è la sensibilità, maggiore può essere l’accumulo di grassi;
- Sensibilità verso l’attività fisica: minore è la sensibilità, maggiore è l’intensità dell’esercizio fisico necessaria per bruciare i grassi in eccesso.
E’ noto che questi fattori sono influenzati in particolare dalle variazioni genetiche presenti in questi geni: ACE, ADRB2, ADRB3, APOA2, FABP2, FTO, PPARG e TCF7L2. I test nutrigenetici analizzano i geni alla ricerca di queste variazioni, verificando se esse sono presenti e in quante copie. Ognuno di noi possiede, infatti, due copie di ogni gene (ereditate dalla madre e dal padre) e molto spesso l’effetto di una variante genetica è potenziato se presente in doppia copia. Sulla base dei risultati per i singoli geni, i test calcolano un punteggio complessivo di sensibilità per ognuno dei tratti sopra menzionati, ed elaborano dei consigli nutrizionali personalizzati.
Il profilo genetico è quindi uno strumento importante per modificare la dieta di base, perché offre informazioni più precise sulle proprie sensibilità, e quindi sulla necessità di ridurre ulteriormente i grassi saturi e/o i carboidrati raffinati oppure di aumentare l’esercizio fisico svolto quotidianamente.
BioMolecular Lab offre la possibilità di eseguire test nutrigenetici con un semplice prelievo di saliva.