Descrizione
La rosolia è una malattia virale acuta, che colpisce strettamente l’uomo ed è di solito caratterizzata da modesta patogenicità sia nei bambini e negli adulti. Tuttavia, in gravidanza un’infezione precoce, in particolare durante le prime 16 settimane, può causare aborto spontaneo, feti nati morti, o bambini nati con malformazioni per sindrome da rosolia congenita (fino al 90% dei casi). A partire dal 2013, sono stati stabiliti gli obiettivi per eliminare la rosolia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (la regione delle Americhe entro il 2010 e la Regione Europea entro il 2015), e gli obiettivi per il controllo e la prevenzione della rosolia nella del Pacifico occidentale (www.cdc.gov).
Anche se i programmi di immunizzazione nazionali hanno portato alla forte riduzione dell’incidenza della rosolia postnatale e della sindrome da rosolia congenita in molti paesi sviluppati, tuttavia circa 100000 casi per anno di sindrome da rosolia congenita continuano a verificarsi in tutto il mondo (Perelygina L, et al., PLoS One. 2013).
Il vaccino anti-rosolia (RA 27/3) è molto efficace. Numerosi studi hanno documentano la durata della protezione per 10-21 anni a seguito di una dose di vaccino, e la sieropositività persistente in oltre il 95% dei casi (Taneja and Sharma. Indian J Public Health. 2012).
Durante la gravidanza, le metodiche di diagnosi prenatale si basano sulla ricerca delle IgM specifiche, e sulla ricerca del genoma virale su liquido amniotico o villi coriali. La diagnosi molecolare di infezione rubeolica, mediante amplificazione genica PCR del genoma del patogeno, da BioMolecular Lab eseguita, permette di determinare direttamente la presenza del virus, fornendo l’indicazione dell’avvenuto passaggio placentare del patogeno. Di conseguenza risulta utile sia nel caso in cui la madre è sicuramente infetta, sia nel caso in cui sussistano dei dubbi sugli esami sierologici. Tuttavia, l’infezione materna non è indicativa di trasmissione verticale nel 100% dei casi, e inoltre i danni non si verificano necessariamente in tutti i casi di infezione fetale. Questo è il motivo per cui un adeguato counseling prenatale è obbligatorio, in particolare nei casi di provata infezione materna (De Santis M, et al., Reprod Toxicol. 2006).