Descrizione
L’omocisteina è un aminoacido prodotto attraverso il metabolismo della metionina, a sua volta aminoacido essenziale proveniente dalle proteine introdotte con la dieta. La prima ipotesi di un nesso di elevati livelli di omocisteina con l’aterosclerosi fu avanzata nel 1969 (McCully KS. Am J Pathol. 1969).
Il folato è un nutriente essenziale coinvolto nella metilazione, nella sintesi del DNA e nel metabolismo degli aminoacidi: la compromissione di questo metabolismo o un basso livello di folati comporta alta concentrazione di omocisteina, la quale è associata con quattro stati “pre-patologici”: trombosi, stress ossidativo, apoptosi e proliferazione cellulare.
L’omocisteina è una forma modificata dell’aminoacido metionina, ed è strettamente regolata da enzimi che richiedono il folato. Nella dieta il folato stimola la rimozione di omocisteina: di conseguenza, il folato è strettamente legato al livello di omocisteina (Bogolub C. Minn Med. 2012).
La Metilenetetraidrofolato reduttasi (MTHFR) è l’enzima necessario per la rimetilazione dell’omocisteina in metionina. E’ stato dimostrato che C677T e A1298C sono polimorfismi del gene codificante MTHFR che diminuiscono la sua attività enzimatica sino al 70%. Altri studi hanno mostrato che la mutazione C677T è comune nella popolazione generale, con frequenza variabile dal 32 al 40% (Huo Y, et al., Gene. 2013; Izmirli M. Mol Biol Rep. 2013; Bogolub C. Minn Med. 2012).
L’analisi delle variazioni genetiche nel gene MTHFR ha modo di essere considerata uno strumento innovativo per la valutazione nutrizionale, per predire la risposta terapeutica di soggetti obesi, sia in termini di grasso che di perdita di massa magra (Di Renzo L, et al., Eur Rev Med Pharmacol Sci. 2013). L’enzima svolge un ruolo centrale per la sintesi del DNA. Se mutato si hanno livelli elevati nel sangue di omocisteina, oggi considerati fattore di rischio per trombosi arteriosa. Tale scompenso può essere rimediato con l’assunzione di supplementi quotidiani di acido folico e vitamine B6 e B12. (Liu YX, et al., Asian Pac J Cancer Prev. 2011).
Recenti risultati di una meta-analisi suggeriscono che i polimorfismi C677T e A1298C nel gene MTHFR sono associati con il rischio di cancro alla vescica e la progressione della malattia (You W, et al., DNA Cell Biol. 2013).
Il polimorfismo del gene di MTHFR è stato inoltre indicato essere associato con la psoriasi vulgaris nella popolazione cinese (Baiqiu W, et al., Chin Med Sci J. 2000). Dopotutto, è noto che il rischio assoluto di sviluppare spiacevoli eventi cardiovascolari è maggiore in pazienti con psoriasi rispetto a pazienti controllo con altre malattie dermatologiche non psoriasiche (Gisondi P, et al., Am J Cardiol. 2010). L’iperomocisteinemia sembrerebbe promuovere lo stress ossidativo e la conseguente disfunzione endoteliale, oltre a contribuire ad uno stato pro-trombotico: sono stati riportati livelli maggiori di omocisteina in circolo in pazienti con psoriasi rispetto ai controlli, e correlazione tra iperomocisteinemia e severità della psoriasi (Malerba M, et al., Br J Dermatol. 2006).
Altre importanti annotazioni sono: l’aumento plasmatico di omocisteina causato dai polimorfismi di MTHFR è associabile a fratture ossee (Cummings SR, et al., Lancet. 1993; Li D, et al., J Biomed Res. 2010); una recente meta-analisi suggerisce che il polimorfismo di MTHFR C677T può essere associato ad un aumentato rischio di morbo di Parkinson nei caucasici e che il polimorfismo A1298C può aumentare la suscettibilità al morbo di Parkinson (Liu L, et al., Neurosci Lett. 2018).
Infine, una recente review ha sottolineato come la forma in omozigosi della mutazione C677T, che induce uno stato di iperomocisteinemia, è una situazione riconosciuta associata al rischio di recidiva nella perdita di gravidanza 3-4 volte maggiore rispetto alla casistica generale (Dawood F. J Blood Disorders Transf. 2013). L’omozigosi in MTHFR C677T nelle donne con aborti ricorrenti, e l’eterozigosi dei geni del Fattore V Leiden, ACE, e apo-E2 a entrambi i genitori svolgono un ruolo cruciale negli aborti ricorrenti e dovrebbero essere considerati come un fattore di rischio. Gli attuali risultati dimostrano che la perdita ricorrente di gravidanza è legata alle combinazioni delle mutazioni nei geni trombofilici di entrambi i genitori (Ozdemir O, et al., Genet Test Mol Biomarkers. 2012).