Descrizione
Il genere Treponema si compone di diversi agenti patogeni per l’uomo che causano infezioni croniche. Il Treponema pallidum è l’agente eziologico della sifilide, malattia a trasmissione sessuale, cronica, caratterizzata da sintomi clinici variabili. Inoltre, la sifilide è una malattia a più stadi che ha il potenziale di invadere il sistema nervoso centrale, e nella donna, se non trattata, può portare a frequenti infezioni congenite transplacentari (Smajs D, et al., Infect Genet Evol. 2012).
La malattia ha tre fasi: primaria, secondaria e terziaria. La fase terziaria è associata con diverse caratteristiche neurologiche che variano dalla psicosi ad emorragia cerebrale causate dalla diretta invasione del batterio nel sistema nervoso centrale (Kamath M, et al., BMJ Case Rep. 2013).
La sifilide congenita è una patologia potenzialmente grave che colpisce i neonati di madri infette. Nei paesi del terzo mondo, 3-15% delle donne sono infettate con sifilide in età riproduttiva. Giovani donne senza adeguate cure prenatali hanno il 95% di probabilità di trasferire l’infezione al loro feto per via transplacentare. L’OMS stima che ogni anno, la sifilide materna è responsabile del 25% di aborti e il 25% dei neonati sono sottopeso o hanno gravi infezioni. I bambini nati vivi possono infatii avere sifilide congenita. Nonostante che la sifilide congenita possa essere prevenuta e si possano trattare le mamme infette, essa si verifica ancora con una frequenza angosciante in molte parti del mondo (Gupta and Vora. Indian J Sex Transm Dis. 2013).
Il recente aumento dell’incidenza di sifilide rende sempre più rilevante considerarla in casi inusuali in pazienti a rischio. La sifilide è stata indicata come “il grande imitatore” dovuto alla sua capacità di imitare altre malattie. Rappresenta un problema di salute globale, con una stima di circa 12 milioni di persone infettate ogni anno. Nei paesi europei, la sifilide è considerata una patologia infettiva riemergente. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha riferito che il numero complessivo dei casi di sifilide è sostanzialmente aumentato in molti paesi europei tra il 1998 e il 2007, per lo più tra gli uomini. Nel 2007 l’Italia ha registrato 720 casi di sifilide, 561 tra i maschi; tuttavia, non ci sono dati sui migranti (Kamath M, et al., BMJ Case Rep. 2013; Turchetti P, et al., Eur J Med Res. 2012). In Danimarca, il numero dei casi è triplicato dal 2008 al 2009. Nella California c’è stato un aumento maggiore del 700% di casi di sifilide primaria e secondaria negli anni 1999-2005, e l’80% di questi ha riguardato uomini omosessuali (Fabricius T, et al., BMC Infect Dis. 2013).
La complessità della diagnosi di sifilide in base a risultati clinici e sierologici è oggetto di discussione scientifica, e sta portando alla revisione delle linee guida di trattamento. Una recente meta-analisi ha indicato che la PCR – metodo usato da BioMolecular Lab – è uno strumento diagnostico particolarmente utile, con una sensibilità (rispetto al test sierologico) risultata più alta nei tamponi da ulcere primarie genitali o anali, e nel sangue di neonati affetti da sifilide congenita (Gayet-Ageron A, et al., Sex Transm Infect. 2013).
Il genere Treponema si compone di diversi agenti patogeni per l’uomo che causano infezioni croniche. Il Treponema pallidum è l’agente eziologico della sifilide, malattia a trasmissione sessuale, cronica, caratterizzata da sintomi clinici variabili. Inoltre, la sifilide è una malattia a più stadi che ha il potenziale di invadere il sistema nervoso centrale, e nella donna, se non trattata, può portare a frequenti infezioni congenite transplacentari (Smajs D, et al., Infect Genet Evol. 2012).
La malattia ha tre fasi: primaria, secondaria e terziaria. La fase terziaria è associata con diverse caratteristiche neurologiche che variano dalla psicosi ad emorragia cerebrale causate dalla diretta invasione del batterio nel sistema nervoso centrale (Kamath M, et al., BMJ Case Rep. 2013).
La sifilide congenita è una patologia potenzialmente grave che colpisce i neonati di madri infette. Nei paesi del terzo mondo, 3-15% delle donne sono infettate con sifilide in età riproduttiva. Giovani donne senza adeguate cure prenatali hanno il 95% di probabilità di trasferire l’infezione al loro feto per via transplacentare. L’OMS stima che ogni anno, la sifilide materna è responsabile del 25% di aborti e il 25% dei neonati sono sottopeso o hanno gravi infezioni. I bambini nati vivi possono infatii avere sifilide congenita. Nonostante che la sifilide congenita possa essere prevenuta e si possano trattare le mamme infette, essa si verifica ancora con una frequenza angosciante in molte parti del mondo (Gupta and Vora. Indian J Sex Transm Dis. 2013).
Il recente aumento dell’incidenza di sifilide rende sempre più rilevante considerarla in casi inusuali in pazienti a rischio. La sifilide è stata indicata come “il grande imitatore” dovuto alla sua capacità di imitare altre malattie. Rappresenta un problema di salute globale, con una stima di circa 12 milioni di persone infettate ogni anno. Nei paesi europei, la sifilide è considerata una patologia infettiva riemergente. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha riferito che il numero complessivo dei casi di sifilide è sostanzialmente aumentato in molti paesi europei tra il 1998 e il 2007, per lo più tra gli uomini. Nel 2007 l’Italia ha registrato 720 casi di sifilide, 561 tra i maschi; tuttavia, non ci sono dati sui migranti (Kamath M, et al., BMJ Case Rep. 2013; Turchetti P, et al., Eur J Med Res. 2012). In Danimarca, il numero dei casi è triplicato dal 2008 al 2009. Nella California c’è stato un aumento maggiore del 700% di casi di sifilide primaria e secondaria negli anni 1999-2005, e l’80% di questi ha riguardato uomini omosessuali (Fabricius T, et al., BMC Infect Dis. 2013).
La complessità della diagnosi di sifilide in base a risultati clinici e sierologici è oggetto di discussione scientifica, e sta portando alla revisione delle linee guida di trattamento. Una recente meta-analisi ha indicato che la PCR – metodo usato da BioMolecular Lab – è uno strumento diagnostico particolarmente utile, con una sensibilità (rispetto al test sierologico) risultata più alta nei tamponi da ulcere primarie genitali o anali, e nel sangue di neonati affetti da sifilide congenita (Gayet-Ageron A, et al., Sex Transm Infect. 2013).