Clostridium difficile

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Il batterio che ora conosciamo come Clostridium difficile è stato isolato la prima volta nel 1935 dalle feci di bambini in buona salute. E’ un batterio anaerobio, a forma di bastoncello, gram-positivo, che è capace di formare spore. Dalla scoperta quale causa di colite pseudomembranosa antibiotico-associata, Clostridium difficile è diventato la principale causa di diarrea da antibiotici. Gli antibiotici cambiano la normale composizione della flora intestinale, e ciò permette a Clostridium difficile di colonizzare il colon. I sintomi clinici possono andare dalla semplice diarrea a colite grave che può portare a morte. I sintomi sono mediati principalmente da due fattori di virulenza, le tossine A e B, che il batterio rilascia nell’intestino.
Recenti evidenze (di qualità moderata) suggeriscono che l’uso di probiotici può determinare una riduzione della diarrea dovuta a Clostridium difficile, senza avere un aumento di eventi avversi clinicamente importanti.
La colonizzazione del tratto gastrointestinale neonatale inizia con il passaggio attraverso il canale del parto e il primo pasto. Tuttavia in circa un anno, la flora batterica intestinale del neonato si evolve per assomigliare sempre più a quella dell’adulto.
L’infezione da Clostridium difficile è una delle principali cause di malattie gastrointestinali nosocomiali, con un aumento tra i bambini; questi eventi determinano un elevato onere sul sistema sanitario per i tempi prolungati di ospedalizzazione dei pazienti (più di 1 miliardo $ negli USA).
Se si è in buona salute, con ogni probabilità non si è colpiti dall’infezione da Clostridium difficile. Il fattore di rischio più comune come detto è l’uso degli antibiotici, che sono in grado di sconvolgere il normale equilibrio della flora batterica intestinale. Se i sintomi si presentano immediatamente dopo aver iniziato ad assumere un antibiotico, oppure se persistono da più di tre giorni o se sembrano peggiorare, è probabile ci sia un’infezione in atto da Clostridium difficile. L’esame delle feci permette di capire il tutto. Esistono casi in cui l’esame può risultare positivo anche senza avere sintomi: alcune persone, infatti, sono portatrici del batterio, ma non sviluppano i sintomi dell’infezione. Si può parlare di infezione da Clostridium difficile solo in presenza dei sintomi e del risultato positivo dell’esame (Knetsch CW, et al., Euro Surveill. 2013; Schutze GE, et al., Pediatrics. 2013; Gribbins A. Adv NPs PAs. 2013; Johnston BC, et al., Ann Intern Med. 2012; Khalaf N, et al., Discov Med. 2012).