ACE (genotipo)

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Descrizione

L’analisi molecolare selezionata “ACE” consente di individuare i polimorfismi nucleotidici quali inserzione (allele I) o delezione (allele D) nell’introne 16 del gene codificante l’enzima di conversione dell’angiotensina umana (ACE). L’inserzione stessa corrisponde ad una sequenza ripetitiva alu. L’angiotensina-II stimola la lipogenesi negli adipociti dell’uomo e del topo (Jones BH, et al., Endocrinology 1997).
L’enzima ACE è il regolatore più importante del sistema renina/angiotensia/aldosterone (RAAS). ACE converte l’angiotensina-I nella forma fisiologicamente attiva angiotensina-II. L’effetto vasocostrittore è esplicato direttamente in organi quali cuore, rene, ecc. Oltre a controllo della pressione sanguigna, ACE regola il metabolismo dei lipidi, coinvolto perciò nell’eventuale sviluppo dell’obesità e dei disordini metabolici in relazione con l’obesità (Yang SJ, et al., Nutrition. 2013). 

L’inserzione/delezione (I/D) polimorfica del gene di ACE è associata direttamente con il livello circolatorio dell’enzima stesso. Di conseguenza, il polimorfismo I/D influenza il rischio per le complicazioni cardiovascolari (Tiret L, et al., Am J Hum Genet. 1992). Numerosi sono gli studi che indicano l’allele D associato nei pazienti con nefropatia diabetica (Yu ZY, et al., Nephrology (Carlton). 2012; Wang F, et al., J Renin Angiotensin Aldosterone Syst. 2012).
Riguardo all’obesità, l’allele D è collegato a sviluppo di obesità e di fenotipi in relazione con l’obesità (Yang SJ, et al., Nutrition. 2013). Coloro che sono omozigoti per l’allele D hanno un livello di glicemia più alto per ulteriori 2 ore rispetto al genotipo I/I (Bonnet F, et al., Diabetes Care. 2008). La presenza dell’allele D comporta vasodilatazione con conseguente disturbo della ossigenazione dei tessuti. E’ stata osservata una forte associazione tra la cellulite e la delezione (D): la comunità scientifica ipotizza di poterla contrastare con degli ACE-inibitori (Emanuele E. Clin Dermatol. 2013).

In una recentissima meta-analisi è stata riportata e ulteriormente confermata la significativa associazione tra i polimorfismi I/D e gli aborti ricorrenti. Le membrane placentari e fetali sono importanti siti produttivi di ACE e di angiotensinogeno (AGT), e contengono alte concentrazioni di recettori dell’angiotensina II. Essi sono coinvolti nell’emostasi attraverso diversi meccanismi, tra cui la fibrinolisi, l’aggregazione piastrinica e la coagulazione del sangue. Le donne che posseggono i genotipi ACE “DD” o “ID” hanno un rischio più elevato di manifestare una ricorrente perdita di gravidanza, indicante l’influenza significativa degli impatti biologici di ACE sulle prime fasi della gravidanza (Su MT, et al., Thromb Haemost. 2013).

L’omozigosi in MTHFR C677T nelle donne con aborti ricorrenti, e l’eterozigosi dei geni del Fattore V Leiden, ACE, e apo-E2 a entrambi i genitori svolgono un ruolo cruciale negli aborti ricorrenti e dovrebbero essere considerati come un fattore di rischio. Gli attuali risultati dimostrano che la perdita ricorrente di gravidanza è legata alle combinazioni delle mutazioni nei gene trombofilici di entrambi i genitori (Ozdemir O, et al., Genet Test Mol Biomarkers. 2012).