BRCA 1 – 2

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L’analisi di mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 viene condotta al fine di valutare la predisposizione genetica del paziente allo sviluppo dei tumori alla mammella ed all’ovaio.
Il carcinoma della mammella è uno dei tumore più comuni ed è la seconda causa di morte per cancro nelle donne nordamericane. Con quasi 1,4 milioni di nuovi casi ogni anno, il cancro al seno raggiunge il 23% del totale dei casi di cancro e il 14% delle morti per cancro di tutto il mondo. I fattori di rischio sono l’età, lo stato socio-economico, e la storia familiare di cancro al seno (Werner and Bruchim. Lancet Oncol. 2012).
Il cancro ovarico è il quinto tumore femminile più diffuso nel mondo occidentale. Il cancro ovarico ereditario è compreso tra il 10-15% di tutti i casi di neoplasie ovariche ed è principalmente associato con le fondamentali mutazioni germinali nei geni BRCA1 e BRCA2. I pazienti con carcinoma ovarico sono ad alto rischio di recidiva del tumore (Rigakos and Razis. Oncologist. 2012).
Il cancro al seno ha un forte background genetico: dalla scoperta nel 1994, attualmente sono stati identificati due geni principali responsabili di tale suscettibilità, ovvero BRCA1 e BRCA2. Il prodotto derivante dai geni BRCA1 e BRCA2 sono proteine che hanno un ruolo importante nella riparazione del DNA. Mutazioni inattivanti nei geni BRCA1 e BRCA2 sono state rilevate in una grande percentuale di famiglie con il cancro ovarico e/o al seno.
Nei caucasici, le mutazioni germinali in questi due geni contribuiscono alla patogenesi nel 20-40% dei casi di cancro al seno familiare, che rappresentano globalmente il 5% di tutti i casi di cancro al seno. In persone con meno di 70 anni, il rischio di cancro al seno oscilla tra il 51-75% nei portatori di mutazioni nel gene BRCA1 e tra 33-54% per chi ha mutazioni nel gene BRCA2. Inoltre, vi è un rischio 100 maggiore di cancro alla mammella in maschi portatori della mutazione BRCA2 (Wooster and Weber. N Engl J Med. 2003; Levy-Lahad E, et al., Br J Cancer. 2007).
Per le donne che hanno una mutazione nel gene BRCA, lo screening mammografico dovrebbe iniziare a 25 anni di età. Con l’obiettivo di ridurre la mortalità per cancro al seno, la visita senologica più la mammografia sembrano essere più efficaci che la sola mammografia (Tria Tirona M. Am Fam Physician. 2013).
I tumori derivanti da mutazioni in BRCA hanno dimostrato di essere particolarmente sensibili ai composti a base di platino o inibitori di poli-(ADP-ribosio)-polimerasi. Inoltre, i portatori della mutazione BRCA1 sembrano beneficiare di regimi contenenti antracicline (Bayraktar S, Glück S. Breast Cancer Res Treat. 2012).

Le 4 principali mutazioni sono:
BRCA1: 185delAG, 188del-11bp, 5382insC
BRCA2: 6174delT