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Ogni anno, dal 1900, le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano il numero più alto di morti negli Stati Uniti rispetto a qualsiasi altra malattia. Nonostante queste statistiche, un progresso è stato fatto per il trattamento delle malattie cardiovascolari, come evidenziato da più del 30% di calo dei tassi di mortalità attribuibili a queste malattie tra il 1998-2008. Molti fattori hanno contribuito a questa diminuzione, tra cui il miglioramento delle procedure diagnostiche e interventistiche, gli stili di vita più sani, e l’emergere di nuovi farmaci.
Con l’evidenza ormai consolidata per il ruolo centrale dell’aggregazione piastrinica nella formazione di trombi, l’inibizione di questo evento è da tempo riconosciuto un bersaglio per l’industria farmaceutica. E’ stata focalizzata l’attenzione sul ruolo fondamentale di un recettore, GpIIb/IIIa, presente sulla superficie delle piastrine, che ha il ruolo di coordinare la risposta di aggregazione. Molti antagonisti di GpIIb/IIIa sono stati identificati, e 3 farmaci – Abciximab, Eptifibatide e Tirofiban, hanno ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA).
Il complesso GpIIb/IIIa rappresenta il recettore più abbondante presente sulla superficie delle piastrine e il suo ruolo è quello di legare il fibrinogeno e il fattore von Willebrand. Dopo l’attivazione di un agonista, ad esempio la trombina, il recettore subisce un cambio conformazionale passando ad uno stato attivato, in grado di legare il fibrinogeno circolante, innescando così una serie di meccanismi intracellulari che culminano con il cambio di forma delle piastrine, l’adesione piastrinica e la retrazione del coagulo. E’ perciò evidente che inibendo la sua funzione di legare il ligando, si ottiene l’inibizione dell’aggregazione piastrinica, limitando così la formazione di trombi.
Il gene della catena proteica GPIIIa (ITGB3 o GP3A), localizzato sul cromosoma 17, presenta una mutazione che comporta un cambio aminoacidico in posizione 59, dove una leucina viene sostituita da una prolina. Tale polimorfismo genetico è stato denominato HPA-1 o PlA1/PIA2. Piastrine con genotipo PlA1/A2 sono meno inibite da Abciximab, e poiché il grado di inibizione piastrinica è un predittore indipendente del rischio di eventi coronarici avversi dopo intervento coronarico percutaneo, la relativa resistenza delle piastrine PlA2-positive può determinare un esito meno favorevole in questi pazienti. La presenza dell’allele L59P è stata associata ad un aumento della aggregazione piastrinica: le piastrine dei soggetti che portano l’allele b PlA2 in eterozigosi, e ancor più quelle dei soggetti che lo portano in omozigosi, presentano una maggiore capacità di legame con il fibrinogeno ed una maggiore aggregabilità.
Interessante il report sulla morte nel 1995 del ventottenne pattinatore oro olimpico nel 1988 e nel 1994 Sergei Grinkov, colpito da infarto miocardico e scoperto poi avere l’allele PlA2 in omozigosi (Roger VL, et al., Circulation. 2012; Coller BS. J Clin Invest. 2012; Wheeler GL, et al., Am Heart J. 2002; Feng D, et al., Arterioscler Thromb Vasc Biol. 1999; Goldschmidt-Clermont PJ, et al., Lancet. 1996).