Descrizione
Il sarcoma di Kaposi (KS) è stato descritto la prima volta dal dermatologo viennese Moritz Kaposi più di un secolo fa. Da allora questa enigmatica neoplasia vascolare ha ricevuto molta attenzione, soprattutto dopo il riconoscimento della sua associazione con la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) all’inizio del 1980. L’agente eziologico del sarcoma di Kaposi è l’Herpesvirus umano 8 (KSHV/HHV-8), identificato nelle lesioni del KS da Chang nel 1994 (Radu and Pantanowitz. Arch Pathol Lab Med. 2013).
Tutte le forme di sarcoma di Kaposi possono manifestarsi anche nella cavità orale e l’HHV-8 sembra essere essenziale allo sviluppo di tutte le varianti cliniche (Fatahzadeh M. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol. 2012).
Come tutti gli Herpesvirus, l’infezione da HHV-8 ha due distinte fasi, note come quella di replicazione e quella di latenza. La latenza determina una limitata espressione genica senza produzione di virioni ed è la fondamentale strategia utilizzata dal virus per sfuggire o eludere il controllo immunitario cellulare, mantenendo al contempo il suo genoma integrato. Periodicamente, il virus latente si riattiva per replicarsi, con conseguente lisi delle cellule infette.
A differenza di altri Herpesvirus, l’infezione da HHV-8 non si presenta in modo ubiquitario a livello globale. La prevalenza di HHV-8 è bassa (<10%) nella maggior parte delle aree, ma è alta in alcuni paesi Mediterranei (sino al 35%) ed in Africa (tra 30-60%). Nelle aree endemiche, la prevalenza aumenta con l’età nei bambini e non è correlata con i comportamenti sessuali negli adulti, indicando così che questo virus è pricipalmente trasmesso tramite contatti non sessuali. Tuttavia, è anche riportato in aree non endemiche come negli Stati Uniti, una prevalenza di HHV-8 molto più alta fra uomini omosessuali rispetto alla popolazione generale. Alla luce di queste osservazioni, l’esatto meccanismo della trasmissione resta da chiarire meglio. La saliva sembra essere la fonte principale di trasmissione visto che contiene la più alta carica virale rispetto ad altri liquidi organici. Una via di trasmissione molto meno frequente è attraverso i trapianti di organi. La trasmissione via trasfusione di sangue è anch’essa rara ma può verificarsi (Wu TT, et al., Curr Opin Virol. 2012).