B 19 Parvovirus

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COD: B 19 Parvovirus Categoria: Tag:

Descrizione

Il parvovirus B19 è un virus appartenente alla famiglia Parvoviridae, ed è fra i virus più piccoli finora noti. È costituito da un’unica molecola di DNA a singola elica. È un virus ubiquitario e viene trasmesso principalmente per via respiratoria, benché risulta comunque possibile il contagio anche per via ematica e materno-fetale. Infatti, nelle donne in stato di gravidanza il virus può essere trasmesso verticalmente al prodotto del concepimento, con conseguente possibile anemia fetale, idrope fetale, aborto e morte. Poiché l’idrope fetale può svilupparsi a distanza di 2-17 settimane dalla fase di viremia materna, la ricerca sia del virus che delle IgM specifiche sul sangue materno possono risultare negative; anche le IgM specifiche sul sangue fetale possono essere negative, mentre in genere risulta positiva la ricerca del genoma virale tramite PCR sul liquido amniotico, sul sangue fetale, sul liquido ascitico o, nel caso di morte fetale, sui diversi tessuti. La PCR è un metodo diagnostico che è eseguito da Biomolecular Lab. L’idrope fetale non immune si riscontra con una frequenza di 1:3000 gravidanze: nel 50% dei casi la causa è ignota mentre nel 10-15% è dovuta al Parvovirus B19.
Circa il 70% della popolazione adulta possiede anticorpi specifici di classe IgG risultando quindi immune. I soggetti maggiormente a rischio di contrarre l’infezione sono i bambini in età scolare, fra i quali si verificano piccole epidemie, specie nei mesi invernali e primaverili (Giorn. It. Ost. Gin. Vol. XXVII; Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia, 2011).
Il parvovirus B19 è un virus appartenente alla famiglia Parvoviridae, ed è fra i virus più piccoli finora noti. È costituito da un’unica molecola di DNA a singola elica. È un virus ubiquitario e viene trasmesso principalmente per via respiratoria, benché risulta comunque possibile il contagio anche per via ematica e materno-fetale. Infatti, nelle donne in stato di gravidanza il virus può essere trasmesso verticalmente al prodotto del concepimento, con conseguente possibile anemia fetale, idrope fetale, aborto e morte. Poiché l’idrope fetale può svilupparsi a distanza di 2-17 settimane dalla fase di viremia materna, la ricerca sia del virus che delle IgM specifiche sul sangue materno possono risultare negative; anche le IgM specifiche sul sangue fetale possono essere negative, mentre in genere risulta positiva la ricerca del genoma virale tramite PCR sul liquido amniotico, sul sangue fetale, sul liquido ascitico o, nel caso di morte fetale, sui diversi tessuti. La PCR è un metodo diagnostico che è eseguito da Biomolecular Lab. L’idrope fetale non immune si riscontra con una frequenza di 1:3000 gravidanze: nel 50% dei casi la causa è ignota mentre nel 10-15% è dovuta al Parvovirus B19.
Circa il 70% della popolazione adulta possiede anticorpi specifici di classe IgG risultando quindi immune. I soggetti maggiormente a rischio di contrarre l’infezione sono i bambini in età scolare, fra i quali si verificano piccole epidemie, specie nei mesi invernali e primaverili (Giorn. It. Ost. Gin. Vol. XXVII; Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia, 2011).