Descrizione
Toxoplasma gondii è un comune parassita di animali ed esseri umani che può causare gravi infezioni opportunistiche. E’ stato a lungo considerato un patogeno di modesta pericolosità. Uno dei pionieri della ricerca Toxoplasma gondii riferendosi ad esso l’ha indicato come “un agente patogeno in cerca di una malattia”. La maggior parte delle infezioni sono asintomatiche, probabilmente perché il patogeno ha sviluppato strategie di persistenza intracellulare asintomatica per tutta la vita della cellula ospite. Recenti studi hanno rivelato che la virulenza di Toxoplasma gondii è mediata, in parte, dalla secrezione di proteine della cellula ospite durante l’infezione.
L’infezione da Toxoplasma gondii, oltre ad essere considerata una seria preoccupazione durante la gravidanza, è stata per lo più considerata come determinata da un commensale nell’uomo. Le epidemie di AIDS hanno portato alla nascita del concetto di “agente patogeno opportunistico”, portando ad un crescente interesse medico e scientifico. Poi alla fine del 21° secolo è stato scoperto che Toxoplasma gondii è in grado di uccidere gli esseri umani immunocompetenti e sani, e ciò ha cambiato il modo in cui il patogeno è stato considerato. Inoltre, mentre la fase cronica dell’infezione è stata finora considerata completamente innocua, alcuni autori stanno suggerendo che la presenza di cisti nel cervello possano avere a che fare con disturbi mentali come la schizofrenia (Dubremetz and Lebrun. Microbes Infect. 2012; Hunter and Sibley. Nat Rev Microbiol. 2012).
L’ospite principale di questo parassita è il gatto: gli esseri umani possono essere un ospite intermedio nel ciclo vitale del parassita. L’infezione primaria nelle donne in gravidanza può essere trasmessa al feto perchè il parassita può attraversare la placenta, con conseguente aborto spontaneo o toxoplasmosi congenita, e causando malattie oculari, del sistema nervoso centrale, così come portare al fallimento della crescita fetale o disturbi all’udito e visivi al nascituro.
La prevalenza di toxoplasmosi varia notevolmente in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, campioni di siero sono stati prelevati da più di 15000 volontari tra il 1999 e il 2004. I risultati hanno dimostrato che tra le donne in età fertile (15-44 anni) la prevalenza di donne con anticorpi IgG è dell’11%. Per le donne nate al di fuori degli Stati Uniti, la prevalenza è più alta, del 28,1%.
Sebbene gli anticorpi IgM sono quasi sempre presenti a seguito di un’esposizione acuta, essi possono persistere a livelli elevati fino a 18 mesi, portando ad una valutazione inesatta di quando si è verificata l’infezione. Questa situazione può essere problematica perché la toxoplasmosi congenita si verifica quando la madre si infetta durante la gravidanza.
La PCR del liquido amniotico è il metodo migliore provare l’esposizione fetale. Questo test, da BioMolecular Lab eseguito, deve essere effettuato in corrispondenza o dopo la 18° settimana di gestazione e nelle donne con preliminari risultati sierologici positivi indicativi di esposizione al protozoo. La PCR del liquido cerebrospinale può anche essere usata per confermare la presenza dell’infezione nel sistema nervoso centrale dopo la nascita (Kaye A. J Pediatr Health Care. 2011).